Da parte delle Piccole Medie Imprese non c’è ancora quell’attenzione verso i problemi di sicurezza informatica che invece dovrebbero avere. Eppure più la tecnologia diventa sofisticata, più i sistemi diventano complessi, più i dispositivi – gli stessi apparati industriali e le auto – si connettono alla rete, più questi rischi aumentano. Oltre a questa consapevolezza, che è il primo passo da fare, la sicurezza informatica la si ottiene con delle persone formate adeguatamente. Così, con poche frasi, può essere sintetizzato l’interessante incontro che si è svolto mercoledì 10 maggio 2023 nei laboratori di UniMoRe a Modena dal titolo “Cyber security e PMI: tecnologie e competenze abilitanti”, incontro promosso da Clust-Er Innovate.

Durante l’evento sono intervenuti docenti delle Università di Modena e Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, esponenti del mondo della formazione quali Fondazione FITSTIC e Fondazione Aldini Valeriani, nonché Phorma Mentis che ha rappresentato il mondo della finanza agevolata. Nell’area esposizione in hanno rappresentato il mondo aziendale exe.it, Cyberloop del Gruppo Imola Informatica, Gruppo INFOR e Certego del gruppo VEM Sistemi.

Mirco Marchetti, docente all’università di Modena e Reggio Emilia ha parlato di un corso, caso unico in Italia, di sicurezza informatica sulle automobili, precisando che “Tutto ciò che è collegato alla rete diventa vulnerabile e noi facciamo ricerca sui dispositivi che hanno un influsso sulla realtà come le automobili ma anche i dispositivi dell’industria 4.0”. Entro luglio verrà pubblicata una nuova direttiva UE che riguarda il regolamento macchine e includerà delle prescrizioni proprio sulla cybersicurezza da seguire in modo obbligatorio (entro 42 mesi dalla applicazione della direttiva). Chi non lo fa rimane fuori dal mercato europeo.

Marco Prandini, docente all’università di Bologna, ha parlato delle stretta correlazione tra complessità dei sistemi e possibilità di attacco informatico. La risposta è un’adeguata formazione: “Mancano le persone competenti e noi le vogliamo formare. Addirittura cerchiamo di appassionare anche i più giovani su questo tema organizzando delle Cyber Challenge, facendo corsi nelle scuole, vogliamo creare dei gruppi di hacker etici tra i giovani”.
Anche Carlo Giannelli, docente all’università di Ferrara, ha parlato di carenza di persone formate per affrontare i problemi di sicurezza informatica; la sua università riesce laureare solo 30 studenti all’anno che non possono certo esaurire le richieste di personale fatte dalle molte aziende del territorio.
Massimo Carnevali, docente all’università di Ferrara e Bologna e moderatore dell’incontro, si è soffermato proprio sui giovani: “I nostri studenti sono molto richiesti dalle aziende, tanto che, appena hanno finito l’università, devono scegliere tra 7 – 8 proposte di lavoro diverse”.

Alessandra Fraticelli ha invece parlato dell’esperienza di formazione che viene fatta dalla Fondazione Aldini Valeriani. “Noi facciamo una formazione più breve, più specialistica per i nostri ragazzi e, dato che è finanziata dal Fondo Sociale Europeo, anche gratuita”. Queste figure professionali non si sovrappongono a quelle formate dalle università, dato che sono più specialistiche. “Nei nostri corsi vengono anche ragazzi con una laurea in scienze umanistiche e così i loro profili professionali diventano più interessanti per le aziende”.
Secondo Massimo Carnevali per dare una risposta forte ai problemi di sicurezza informatica bisogna però pensare a questo tema in un modo diverso: “Le aziende non devono pensare solo alla formazione dei loro tecnici informatici ma di tutto il personale che lavora direttamente con la rete; anche un magazziniere deve essere formato e consapevole dei rischi. Inoltre la cybersicurezza deve essere garantita dalla collaborazione di più figure professionali, non solo dagli ingegneri informatici ma anche da sociologi, linguisti, psicologi che possono dire la loro su come si comporta una persona di fronte a un testo o in una certa situazione”.

Cesare Bentivogli responsabile di FITSTIC, un altro ITS (Istituto Tecnico Superiore), parlando della formazione che fanno ai ragazzi e delle possibilità di lavoro che si aprono, ricorda un caso specifico: “Ha frequentato il nostro corso sulla sicurezza informatica un ragazzo che aveva studiato all’istituto alberghiero e, finita l’esperienza, ha trovato subito lavoro in una grande azienda dove si occuperà di rilevare gli accessi insoliti nelle centinaia di dispositivi che usano i dipendenti”.

Infine Leonardo Mariggiò di Phorma Mentis Srl ha offerto una panormaica sulle possibilità di finanziamento pubbliche e private e sugli strumenti di finanza agevolata orientati ad interventi strutturali e tecnologici per affrontare le problematiche di cyber security nella propria azienda. Ha inoltre focalizzato l’attenzione sui finanziamenti legati al mondo dell’industria 4.0, intrinsecamente legati al livello di sicurezza/vulnerabilità delle infrastrutture.

Il progetto è realizzato grazie ai Fondi europei della Regione Emilia-Romagna - Pr Fesr 2021-2027