Nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi anni, il Global Gender Gap Report del World Economic Forum ci presenta una realtà scoraggiante: saranno necessari ancora 131 anni per colmare il divario di genere a livello globale. Questa proiezione sottolinea quanto il percorso verso l’uguaglianza tra uomini e donne sia ancora lungo e faticoso, ma, soprattutto, imprescindibile se vogliamo costruire una società più giusta e inclusiva. Cambiare paradigmi ben radicati richiede impegno collettivo e la volontà di ripensare modelli sociali, organizzativi e culturali. È esattamente in questa direzione che si è mosso l’incontro “Gender Equality: la certificazione di genere che fa crescere le imprese”, svoltosi l’11 marzo presso il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.
L’appuntamento ha rappresentato l’opportunità per riflettere su come la parità di genere debba essere considerata non solo una priorità etica e sociale, ma anche una chiave per stimolare innovazione, competitività e sostenibilità nel tessuto socio-economico. Come primo intervento, lo speech di Nicole Ticchi dal titolo “Occhio al bias!” ha puntato i riflettori sull’impatto nascosto, ma decisivo, dei pregiudizi inconsci, dimostrando come questi possano condizionare scelte e dinamiche anche negli ambienti lavorativi. Concepire e affrontare tali barriere costituisce il primo passo verso culture aziendali improntate all’equità.
Subito dopo, Federica Stecchi ha illustrato come ottenere la certificazione UNI/PdR 125:2022, un importante strumento capace di tradurre in pratica i principi di inclusione. Lontano dai formalismi, questa certificazione rappresenta una leva concreta di miglioramento per le imprese, tanto nell’ottica della performance economica quanto nell’annullare differenze d’accesso alle opportunità.
Le esperienze aziendali dirette non potevano mancare: Francesca Paoli, CEO di Dino Paoli Srl, e Alessandra Masala di Sis-Ter Srl SB, hanno evidenziato il ruolo che un approccio inclusivo ha giocato nel migliorare la coesione dei propri team e guadagnare una maggiore competitività. Grazie alle loro storie, è stato possibile tangibilizzare i vantaggi di una leadership impegnata nella costruzione del dialogo alla pari all’interno delle organizzazioni.
La giornata ha dedicato ampio spazio alla trattazione delle sfide e delle opportunità del territorio tramite una tavola rotonda con personalità influenti dell’ecosistema regionale dell’Emilia-Romagna: tra i partecipanti, Federico Capucci – Clust-ER Meccatronica, Elisabetta Bracci– Clust-ER Innovate, Nicole Ticchi – Clust-ER Health, Claudia Ferrigno – ART-ER, Gabriele Marzano – Regione Emilia-Romagna e Stefania Gamberini – CNA Emilia-Romagna. Nel dibattito, sono stati messi in luce i percorsi di cambiamento possibili, orientati a integrare soluzioni pratiche con un’incisiva evoluzione culturale.
L’evento si è concluso con uno spazio riservato al networking e al dialogo informale, occasione di connessioni utili e riflessioni congiunte, e ha ribadito l’importanza di momenti come questi per generare un impatto reale e duraturo.







