L’importanza che la space economy avrà sempre di più in futuro, un settore che riguarda tutte le manifatture e i servizi non solo quelli direttamente coinvolti e l’importanza di fare conoscere questo settore ai giovani per avere un continuo serbatoio di lavoratori competenti, è questa l’estrema sintesi dell’incontro che si è svolto lo scorso 13 aprile a Forlì. L’evento è stato promosso dai Clust-ER Mech e Clust-ER Innovate della rete Alta Tecnologia Emilia Romagna in collaborazione con il Forum Strategico per la Promozione della Filiera regionale dell’Aerospazio, il Tecnopolo di Forlì-Cesena, la Fondazione Nordest ed è stato moderato nella sua prima parte da Lorenzo Ciapetti del Tecnopolo di Forlì- Cesena.
L’appuntamento ha messo a confronto imprese ed esperti della tematica aerospaziale provenienti non solo dalla Regione Emilia-Romagna, ma da tutto il nord Italia, con forte presenza da Veneto e Lombardia, con l’obiettivo di creare un sistema territoriale avanzato di contatti ed opportunità.
La prima cosa che viene in mente quando si pensa alla space economy sono gli aeromobili, i voli spaziali e i satelliti e sicuramente tutto ciò che li riguarda fanno parte di questo settore ma le applicazioni che possono venire dall’uso dei dati di un satellite, per fare solo un esempio, sono tantissime: dal settore assicurativo all’agricoltura, dalla logistica alla sanità. I dati provenienti dallo spazio aprono nuovi modelli di affari e di sviluppo in settori molti diversi tra loro.
Nella prima parte della mattinata vi sono stati vari interventi. Leda Bologni, di ART-ER e del Forum Strategico per la Promozione della Filiera regionale dell’Aerospazio, ha ricordato che “Il settore aerospaziale è tra i più promettenti per la crescita regionale ed è stato anche inserito nella Strategia S3 2021-2027, ovvero lo strumento di orientamento della programmazione regionale dei Fondi europei per la ricerca e l’innovazione”. Dai dati che ha riportato, in Emilia Romagna ci sono ben 177 attori che si occupano di economia dello spazio, con una serie di centri di ricerca che hanno portato avanti nell’ultimo anno oltre 80 progetti di ricerca e sviluppo.
A inizio anno è stato inaugurato il Polo tecnologico aeronautico-spaziale forlivese, che concentra in sé varie attività, ha spiegato Paolo Tortora dell’Università di Bologna e co-chair di Fly-er (di Clust-Er Mech), come la ricerca industriale, servizi, formazione per ingegneri aerospaziali, manutentori aeronautici, controllori di volo, piloti.
Alcuni interventi hanno sottolineato alcuni problemi che frenano lo sviluppo del settore: “Questo settore non può basarsi solo sui contratti pubblici – ha spiegato Mattia Pianorsi di SDA Bocconi School of Managment – bisogna pensare ad altro se si vuole fare crescere il settore aerospaziale”. Per Pianorsi un altro elemento critico è che le piccole medie imprese raramente sanno usare i dati geo spaziali perché non hanno personale competente. “Occorre assumere del personale preparato – aggiunge – e queste competenze servono a molti settori non solo alle imprese direttamente coinvolte nell’ambito”.
Alessandro Curti responsabile di Curti SpA e chair Fly-er ha parlato di risorse economiche affermando che ”Le banche devono essere disponibili a investire di più”.
Giovanni dal Lago cofondatore di Officine Stellari ha parlato di Air la rete di imprese e centri di ricerca – ben 45 soggetti – della regione Veneto che si occupano di tecnologia del settore aerospaziale. Infine Gianluca Toschi della Fondazione Nordest ha posto l’accento sul fatto che per poter lavorare bene nella space economy occorre basarsi su un sistema industriale molto competente e molto connesso al suo interno.
Finiti gli interventi sono stati creati due tavoli tematici, uno riguardante i nuovi software a servizio della space economy, gestito da Elisabetta Bracci, manager di Clust-ER Innovate e da Mattia Pianorsi.
L’altro tavolo invece, coordinato da Federico Capucci, manager di Clust-ER Mech e Andrea Spiriti di Sky Hunters (azienda svizzera che lavora nel campo della space economy), ha discusso di modelli organizzativi e competenze necessarie al settore.
Gli esiti dei due tavoli tematici daranno vita a un white paper che vuole fotografare le esigenze dell’ecosistema aerospace italiano in tema di competenze e figure chiave: due fattori essenziali per lo sviluppo delle attività di un settore che spesso è frenato proprio dalla carenza di personale. Competenze e traiettorie evolutive saranno poi oggetto dei futuri momenti divulgativi e ci auspichiamo daranno vita a progetti dedicati in tema di orientamento, formazione e attrazione dei talenti per l’aerospazio.